
Claude
Monet voleva sempre fiori attorno. Hugh Findletar, anche.
I
fiori migliorano l’umore come il farmaco naturale ipericum
(hypericum perforatum),
tirano su, aiutano, cercano di rendere bella la giornata.
Hugh
Findletar è un figlio dei fiori, ma non nel senso hippy del termine,
è un figlio dei fiori perché quella è la professione da cui
proviene.
Hugh
è un maestro della disposizione dei fiori. Si può definire un
“compositore” floreale.
Questo spirito che lo accompagna lo ha portato anche in vetreria e dalla lunga e costante collaborazione con il maestro Oscar Zanetti sono nati, prima i vasi-sculture a forma di testa che contengono appunto fiori e poi, i grandi pesci che nuotano nell’aria. Acqua e aria, infatti, sono sorelle.
Quello di Findletar è un lavoro che viene da lontano. E’ un lavoro giamaicano che non cerca di essere originale perché la natura è già perfetta.
Alla magia ci pensa il vetro.
Jean Blanchaert







